mercoledì 13 gennaio 2016

la collana di perle

Questa sera ti guardavo.
I tuoi occhi cercavano approvazione nei miei.
Poco prima, arrabbiandoti e gesticolando, il tuo piccolo dito si é agganciato alla mia collana preferita e me l'hai strappata via dal collo.
Non é una collana di valore. Ma è la mia preferita e tu lo sai. Metto solo quella. E' una collana di perline bianche. Piccole perline finte. Ma io la metto perché mi fa sentire in ordine.
Me l'hai sganciata come gli scippatori, senza rompere il filo.
I tuoi occhi cercavano approvazionenei miei e poi mi hai detto "Te l'aggiusto io mamma, scusa. La portiamo insieme dal signore che aggiusta le collane. Solo io e te"



sabato 26 dicembre 2015

Da rileggere quando sono triste


Mi chiedo quando crollerà il castello di carte che sto minuziosamente costruendo in questi giorni.

Il castello di sabbia é già stato abbattuto. Come quando un bambino dispettoso ci mette un piede sopra e lo distrugge senza nessuna pietà.

Forse, il castello non è proprio la costruzione che mi si addice.

A Natale figlio 1 ha ricevuto Iron Man e poi ha detto a suo papà che la mamma è più figa di Iron Man. Io mi sono sentita Dio.
Il giorno prima, un vecchietto, vedendomi salire e scendere velocemente dalla macchina con figli 1 e 2 per andare al supermercato, si è avvicinato e mi ha fatto cenno che aveva da dirmi qualcosa.
E qualcosa me lo ha detto.
Che sono in gamba.
Speravo che qualcuno lo notasse. Ma soprattutto che me lo dicesse.

Il 13 dicembre figlia 2 ha messo il primo dente.
Il 26 dicembre ha battuto le manine per la prima volta.
Qui si vive alla giornata.


domenica 20 dicembre 2015

Prova tecnica di trasmissione.

Praticamente succede che una mattina ti svegli e sei diventata una mamma single.
In realtà lo hai scoperto, per caso, di notte. 
Come quando a scuola ti dondolavi sulla sedia con una matita tra le labbra, con l'aria trasognata da studentessa distratta, e all'improvviso perdevi l'equilibrio e sbattevi una sederata per terra.
Facendo una figura di merda con tutta la classe.

Sei in un frullatore senza coperchio. Non sai se piangere, o se piangere.
In realtà non hai tempo di saperlo, perché i tuoi datori di lavoro, figlio 1 e figlia 2, ti richiamano subito all'ordine.
Ci penserò domani, dici, ora non ho tempo.
"Dopotutto, domani é un altro giorno..."
Uguale a oggi, aggiungo io.